venerdì 13 maggio 2011

"Quasi particelle"

La teoria gravitazionale esposta nel blog si basa sulla trasmissione di forze attraverso un mezzo fisico. Risulta basilare, pertanto, il concetto di spazio “fisico” nel quale le particelle elementari fanno parte dei campi di forza. Lo sviluppo della teoria potrebbe prevedere l’analisi delle soluzioni matematiche della fisica “non lineare” e, in particolare, delle “quasi particelle”.

In fisica, la quasi particella è una entità di tipo particellare che è possibile identificare in sistemi fisici contenenti particelle interagenti. La quasi particella può essere pensata come l'insieme della particella singola e della circostante nuvola (da cui anche il termine sinonimo di particella vestita) costituita da altre particelle, spinte via o trascinate dalla particella nel suo moto attraverso il sistema. Si che l'intera entità possa essere considerata come una particella effettiva libera (non interagente).
Il “solitone” è una quasi particella. In matematica e fisica un
solitone è un'onda solitaria auto-rinforzante causata da effetti non lineari in un mezzo di propagazione. I solitoni si riscontrano in molti fenomeni fisici, dato che emergono come soluzioni di una vasta classe di equazioni differenziali alle derivate parziali non lineari che descrivono molti fenomeni fisici. Il fenomeno dei solitoni fu descritto per la prima volta da John Scott Russel che osservò un'onda solitaria risalire la corrente nell'Union Canal per chilometri senza perdere energia, riprodusse il fenomeno in un recipiente di onde e la chiamò "Onda di Traslazione".Non è facile definire precisamente cosa sia un solitone. Drazin e Johnson (1989) descrivono i solitoni come soluzioni di equazioni differenziali non lineari che:
  1. descrivono onde di forma permanente;

  2. sono localizzate, cosicché decadono o approssimano una costante all'infinito;

  3. possono interagire fortemente con altri solitoni, ma emergono dalle collisioni invariati a meno di uno spostamento di fase.
"Un problema importante è la possibilità di identifi cazione tra dromioni e particelle elementari e in effetti de Broglie Bohm e altri avevano sperato nella spiegazione della meccanica quantistica e non lineare attraverso classici effetti “non lineari”. In particolare, tra gli altri, il modello Skyrme descrive nucleoni e interazioni nucleone-nucleone, mentre solitoni “topologici” danno luogo alla quantizzazione delle cariche.Un'onda localizzata e stabile potrebbe essere un buon modello per le particelle elementari, ma nel campo delle equazioni non lineari esiste una molteplicità di soluzioni coerenti e di modelli caotici e frattali. Se le particelle sono eccitazioni di campi non lineari è chiaro che essi non sono i soli stati di eccitazione possibile".




http://users.utu.fi/hietarin/dromions/index.html

"D’altronde
la quantizzazione delle soluzioni non lineari è complicata perché non c'è principio di sovrapposizione. Per esempio la forma del dromione non può essere considerata la forma della funzione d'onda per la ragione che per un solitone quantistico non è possibile essere localizzato nello spazio tutto il tempo e il principio di indeterminazione causerà una diffusione.
Negli ultimi anni
molti metodi sono stati proposti al fine di realizzare la quantizzazione che sembra tuttavia essere possibile in modo soddisfacente solo per i deboli accoppiamenti non lineari.
Nel
prossimo futuro, un emozionante campo di ricerca sarà l'indagine dell’interpretazione fisicadi soluzioni coerenti, caotiche e frattali in fisica delle particelle elementari".

Attilio Maccari : "Non linear field equations and solitons as particles"

La gravità non si adatta alla Meccanica Quantistica ? Bene, adattiamo la Meccanica Quantistica alla gravità !

Stefano Gusman

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